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Sommario "Le Pale di San Martino a piedi, in auto, in MTB"

L'ITINERARIO IN AUTO INTORNO ALLE PALE DI SAN MARTINO E SAN LUCANO

PAGINA 2

Agordo - Valle di San Lucano - Cencenighe Agordino - Canale d'Agordo - Valle di Gares - Falcade - Passo di Valles - Paneveggio - Passo Rolle - San Martino di Castrozza - Fiera di Primiero - Val Canali - Passo di Cereda - Gosaldo - Forcella Aurine - Frassenè - Agordo

Lunghezza totale dell'itinerario - 135 km circa

carta dell'itinerario

La Valle del Biois fu da sempre considerata un accessibile solco attraverso il quale poter condurre sicure vie di comunicazione per viandanti che, nell’attraversamento, potevano contare sull’aiuto e l’ospitalità dei valligiani. Antiche, infatti, sono anche le origini dei quattro centri principali della valle, Cencenighe Agordino, Vallada Agordina, Canale d’Agordo, Falcade. Ma se all’inizio l’attraversamento della valle era effettuato solo per necessità e non per diletto, ben presto la bellezza dei luoghi cominciò a richiamare i primi "turisti", alpinisti soprattutto ma anche botanici, pittori e poeti. Basta dire che di una delle valli laterali del Biois, la stupenda Valle di Gares, se ne aveva già una descrizione botanica nel lontano 1781, descrizione ricavata da un viaggio tra queste montagne del botanico franco-austriaco Belsader Hacquet De La Motte. E ancora oggi, sebbene la Valle del Biois sia ormai uno dei più importanti comprensori turistici delle Dolomiti, è possibile ripercorrere, con lo stesso spirito degli storici pionieri, le antiche strade che risalivano la valle, molte delle mulattiere che collegavano i principali centri, gli erti sentieri che portano a vette per fortuna ancora poco frequentate e di non facile accesso.

Poco prima di Canale d'Agordo una tortuosa strada sale a destra verso i nuclei sparsi di Vallada Agordina. Vale la pena salire verso questi sia per la bucolica bellezza dei luoghi, sia per la possibilità di visitare la chiesa uno degli edifici monumentali più importanti della Valle del Biois, la Chiesa di San Simon, risalente al XII secolo. All’interno sono visibili i celebri affreschi che raffigurano le “storie della vita di Cristo e figure di santi”.

Ripresa la salita della valle del Biois in breve si è a Canale d'Agordo, raggiungibile superando il Bios con un alto ponte. Dal paese una tranquilla strada percorre tutta la valle di Gares e porta a Gares, da dove si può ammirare la grande cascata, una delle più spettacolari di tutta l'area dolomitica, e da dove hanno inizio molte e gratificanti escursioni. Chi vuole, inoltre, può risalire la valle anche in mountain bike.

Ritornati alla strada che risale la Valle del Bios si riprende la salita e, poco dopo, si raggiunge Falcade, sicuramente il centro turistico più importante della valle. Chi vuole visitare le frazioni di Falcade in modo inconsueto può sfruttare, in parte, l’antica viabilità montana. Seguendo a piedi Via VII Alpini si entra tra le case del centro turistico superando Via Pola. Subito dopo si prende a destra l’evidente, storica mulattiera che sale fino a ritrovare l’asfalto tra le case di Villotta. Su questo si va a sinistra ma dopo poche decine di metri lo si lascia per salire a destra sempre con la mulattiera. Questa attraversa terrazze panoramiche e piccole zone boscate ed infine arriva alla statale che va attraversata per riprendere, dal lato opposto, l’antica mulattiera, qui perfettamente selciata. La via torna alla statale proprio davanti alla chiesa di Falcade Alto.

Lasciata Falcade la strada inizia a salire con tornanti e, poco dopo, è ad un importante bivio. Mentre la strada principale prosegue per il Passo di San Pellegrino, si prende a sinistra la strada per il Passo Valles, iniziando la salita all'alto punto di valico.

I passi di Valles e di San Pellegrino si aprono a quasi 2000 metri di quota e rappresentano il naturale sbocco della Valle del Biois verso le valli di Fiemme e Fassa. Questa caratteristica rese i due alti valici importanti per il passaggio di vie di comunicazione che consentivano un rapido accesso alle vicine vallate. Il Passo di Valles, in particolare, ebbe notevole importanza nel ‘700 e nell’800 quando da qui transitava il carbone ricavato dal legname della Foresta di Paneveggio, carbone utilizzato dalle miniere dell’Agordino. La pista del passo, però, rimase sempre una mulattiera, soprattutto nel versante della Val Travignolo. Solo con la Prima Guerra Mondiale venne tracciata una vera e propria strada che dopo il 1920 venne resa completamente agibile. Solo in estate, però. Durante l’inverno, infatti, la strada veniva chiusa e fu dal 1967 che si cominciò a tenere sgombra la strada dalla neve nel periodo invernale. E’ chiaro che, da questo, deriva lo scarso sfruttamento turistico del passo dal punto di vista degli sport invernali, cosa che lo rende assai appetibile, invece, per quelli estivi ed in particolare per l’escursionismo.

La strada sale a tratti decisamente, prima nel bosco, poi su aperte e panoramiche praterie. Nell'ultimo tratto il paesaggio è dominato dalla sagoma imponente delle Pale di San Martino e dalle strane forme erosive che presentano le ultime cime di questo gruppo, quelle che degradano verso il passo. Una volta al valico si inizia la discesa sul versante trentino delle Pale, che nel primo tratto segue il lungo solco della Val Travignolo. A destra si innalzano, evidenti, gli scuri porfidi del gruppo della Cima Bocche; a sinistra, più chiare e slanciate, le dolomitiche sagome del Mulaz, della Cima di Focobon e del Cimon della Pala. Si scende per circa 4 km, arrivando al punto dove, a sinistra, si apre l'ampia area di sosta con parcheggio della Val Venegiota.

 

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