Oltre l'area di sosta la strada rientra nel fitto bosco di
conifere, visto che ora si inizia ad attraversare uno dei
tratti più belli della
Foresta di Paneveggio
foresta che accompagna per un buon tratto del percorso.
Velocemente si arriva al bivio con la strada per il Passo
Rolle. Chi vuole può proseguire ancora per un breve tratto
verso Predazzo ed arrivare sulle sponde del Lago di Paneveggio,
splendido invaso il cui azzurro intenso sembra risplendere nel
verde sfondo della foresta. Quindi si comincia la salita verso
il Passo Rolle, salita che nel primo tratto si svolge
interamnete all'interno della lussureggiante foresta che, in
molti tratti, va a formare un vero e proprio tunnel verde.
Usciti dal bosco si è ormai sui prati d'altura del Passo Rolle,
valico da raggiungere lentamente, per assaporare a pieno dello
splendido panorama che ci circonda. Le montagne che si
innalzano a destra rappresentano le propaggini più orientali
di una lunga catena montuosa, quella dei
Lagorai.
Dal passo, attrezzata località per gli sport invernali ed estivi, si scende e
subito si arriva al piazzale da dove parte la seggiovia per la Baita Segantini.
Assolutamente consigliabile, anche ai più pigri, la gita alla baita, collocata
in splendida posizione, al cospetto delle più importanti vette delle Pale di San
Martino. Dalla baita, inoltre, partono alcune delle più interessanti escursioni
al gruppo delle Pale.
Ripresa la strada si scende tenendosi prima in costa e poi
iniziando la serie di tornanti che permette di perdere rapidamente quota.
Prossima meta del percorso è la cittadina più famosa di queste montagne, San
Martino di Castrozza.
Il paese non ha certamente bosogno di presentazioni, visto che è uno dei centri
principale delle Dolomiti per gli sport invernali. Anche in estate, comunque,
sono molte le attività che si possono intraprendere, magari sfruttando le
cabinovie e el seggiovie funzionanti anche nel periodo estivo. Tra queste va
segnalata la cabinovia della Rosetta che, in pratica, porta fino all'Altipiano
delle Pale, e quella della Tognola, che permette di raggiungere invece le prime
propaggini dei Lagorai. Moltissimi i percorsi, a piedi e in MTB, che si possono
intraprendere dalla cittadina.
Da San Martino la strada scende lungo il versante destro della Val Cismon e
raggiunge il piano una volta entrata
a Siror. Si entra quindi nel Primiero ed
infatti subito si attraversa Fiero di Primiero. Proprio a Fiera si deve porre
attenzione per imboccare a sinistra la strada per Tonadico e il Passo Cereda,
via che, inizialmente, scorre in piano. Ai primi tornanti comincia a divenire
sempre più evidente l'elemento che caratterizza questo tratto di itinerario, i
ruderi di Castelpietra. Il Castello, che fu dei Welsperg, è raggiungibile
con un breve sentiero che si stacca a sinistra nel punto dove si incontra il
bivio per la val Canali. Chi non sale al castello trascura la strada per la Val
Canali e continua sulla via principale che raggiunge il Passo Cereda da dove, in
breve, si raggiunge Mis, centro abitato fatto di tanti nuclei sparsi sulle
assolate pendici montuose.
Si
passa quindi Gosaldo e infine si arriva alla Forcella Aurine, dove ci si
riaffaccia sulla conca di Agordo.
Con il termine Basso Agordino si intende, in genere,
tutto il movimentato territorio che si estende a sud di Agordo e che, in
pratica, rappresenta la cerniera di unione tra le Dolomiti Bellunesi e le Pale
di San Martino. Tra i selvaggi Monti del Sole e il grandioso baluardo dell’Agner
si distende una verde fascia boschiva caratterizzata da rilievi più dolci e di
più facile accesso. La conformazione di questi rilievi favorì, nel corso dei
secoli, la nascita di numerosi nuclei abitati alcuni dei quali divenuti veri e
propri centri, altri rimasti piccoli agglomerati di case quasi nascosti tra le
mille pieghe del montuoso territorio. Altri ancora, purtroppo, abbandonati e
oggi in triste stato di degrado. Tutti strettamente dipendenti dal capoluogo,
Agordo. Tutti centri che, persecoli, ebbero nella pastorizia, nell'agricoltura e
nell'attività minerarie le principali fonti di sostentamento. All’economia mineraria si è andata sostituendo, in questi
ultimi decenni, quella turistica che sfrutta sia la bellezza dei bucolici
paesaggi di Agordo, Rivamonte Agordino, Voltago Agordino e Frassenè sia, e forse
soprattutto, le grandi pareti dolomitiche dell’Agner. Quest’ultime, infatti,
sono in grado di calamitare l’attenzione non solo degli alpinisti ma anche degli
escursionisti, dai semplici gitanti domenicali fino ai più esperti camminatori,
offrendo sentieri e vie ferrate per tutti i gusti e per tutte le capacità.
La strada continua quindi a scendere, passa i paesi succitati e, passato il
Cordevole, rientra ad Agordo.