Le Pale di San Martino sono un
celeberrimo gruppo dolomitico che ha nel Cimon della Pala la sua vetta principale che
incanta milioni di turisti, a cominciare dai suoi primi esploratori.
Scriveva infatti Amelia
Edwards più di un secolo fà che il Cimon della Pala <<nella forma assomiglia
ad una tomba faraonica, con quel pinnacolo piramidale sulla cima. Le
spaccature verticali sono così terrificanti che sembra debbano spalancarsi
da un momento all’altro e fare precipitare l’intera massa di rocce....
Neppure il Cervino, che pure offre a chi lo guarda
Il Cimon della Pala
un aspetto
crudele e ha alle
spalle una
lunga storia di tragedie, dà una tale misura della nostra piccolezza
come il Cimon della Pala e incute una
sensazione di smarrimento e
paura>>.Le Pale rappresentano, dopo i
porfidi dei Lagorai e di Cima
Bocche, la parte dolomitica del parco di Paneveggio. Ma se si deve
rispettare l’uniformità geologica sarà allora bene dire che il gruppo
dolomitico va ben
oltre le
Pale di
Veduta
delle Pale dai Lagorai
S.
Martino vere e proprie, visto che nel gruppo può essere inserita
tutte la dentellata catena che, partendo dal Passo di Valles, tocca la Cima
di
Focobon (3054 m), la Cima di
Bureloni (3130 m), la Cima della Vezzana (3192 m), Il Cimon della Pala (3184 m), la Cima
della Rosetta (2743 m), la Pala di S. Martino (2982 m), la Cima Fradusta (2939 m) e la
Croda Granda (2849 m). Qui il crinale principale incontra la dorsale Sass dOrtiga -
Monte Agner, anchessa dolomitica.
Se poi si vuole
ricordare un qualcosa dove la dolomia è grande protagonista senza elevarsi
in verticali cime deve essere fatto il nome dell’Altipiano delle Pale, un
<<enorme
L'Altopiano
delle Pale
tavoliere roccioso,
che si
stende per uno spazio di circa 50 kmq ad un’altezza oscillante tra i
2.500 e i 2.800 metri slm, con i lati che strapiombano a picco>>, come ricorda Cesare Battisti,
che si distende sotto la Pala
di S. Martino e La Fradusta verso le Pale di S. Lucano. Anche queste ultime,
infine, possono essere considerate parte integrante del gruppo.
Le Pale di S. Lucano, infatti, geograficamente rientrano nelle Pale
di S. Martino ed infatti sono costituite anch’esse quasi
completamente da dolomia. Impressionanti le loro verticali pareti
grigio - giallastre che si elevano per 1500 metri sopra la valle di
S. Lucano, il profondo solco glaciale che le separa dal gruppo delll’Agner. Ma, all’interno
del gruppo, due montagne meritano particolare attenzione perché completamente
diverse da tutte le altre. Sono la Cima di Pape o Sanson e il Cimon della Stia,
entrambe nella parte settentrionale del gruppo. Queste, infatti, sono costituite
da rocce vulcaniche, tufi e lave, che le conferiscono il tipico colore
immediatamente riconoscibile nel contesto di rocce dolomitiche.
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