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Sommario "Le Pale di San Martino a piedi, in auto, in MTB"

ITINERARIO 1 A PIEDI

LA VALLE DI SAN LUCANO E L'ALTIPIANO DELLE PALE

da Col di Prà alla Cascata dell'Inferno o al Rifugio Rosetta

carta dell'itinerario

dislivello 300 m (per la Cascata dell'Inferno) 1820 m (per l'Altipiano delle Pale)
tempo di salita 1 ora (per la cascata)  5.30 ore (per l'Altipiano delle Pale)
tempo di discesa 0.45 ore (per la cascata) 4.45 ore (per l'Altipiano delle Pale)
itinerario segnato (bianco-rosso n.705, 707, 756, 761)
difficoltà: turistico per la Cascata dell'Inferno; per escursionisti esperti per l'Altipiano
carte: Kompass 1:25.000 n. 022 "Pale di San Martino"
accesso Da Belluno, con la statale n.203d., si raggiunge la statale n.203 da prendere fino ad arrivare ad Agordo. Quindi si prosegue sulla statale ancora per un breve tratto, fino all’abitato di Taibon Agordino. Si va quindi a sinistra attraversando il centro abitato e seguendo le indicazioni per la Valle di San Lucano. In questo modo si esce da Taibon e ci si addentra nella valle fino ad arrivare a Col di Prà dove, in pratica, termina l’asfalto (843 m).

C’è un luogo, sotto le Pale di San Martino, dove ogni volta che ci si sale non si può che rimanere a bocca aperta. E’ l’Altipiano delle Pale, geologicamente e paesaggisticamente parlando uno dei più grandiosi luoghi montani d’Italia. L’itinerario che lo raggiunge, riservato ad escursionisti allenati (da prendere in considerazione l’ipotesi di dividere in due giorni l’escursione, pernottando al Rif. Rosetta), raggiunge l’altipiano dalla Forcella del Miel (attenzione agli accumuli di neve subito prima e subito dopo la forcella) e attraversa poi l’altipiano da est ad ovest (attenzione in caso di nebbia per la facilità con cui si può perdere il tracciato visto che i luoghi sembrano tutti uguali). Chi non se la sente di raggiungere l'altipiano può trovare gratificante, invece, la passeggiata che, sempre da Col di Prà, consente di raggiungere la Cascata dell'Inferno, il cui salto principale, uno scivolo di levigata roccia di alcune decine di metri, si presenta ricco d’acque anche in piena estate.

A Col di Prà si parcheggia l’auto e, a piedi, ci s’incammina sulla pista (ex strada militare) che rappresenta il naturale proseguimento della strada fatta in auto. Questa giunge subito ad un ponte, oltre il quale si prosegue sulla sterrata (divieto di accesso alle auto) che arriva ad un tornante. Qui, a destra, parte un sentiero segnato con indicazioni per la Cascata dell’Inferno lungo il quale, però, vi è da superare un breve ma pericoloso passaggio di 1° grado su roccia. Per questo chi non ha minime capacità alpinistiche deve proseguire sulla sterrata incontrando, dopo poche decine di metri, un ampio sentiero a destra. Lo si imbocca, salendo nel bosco con una bella mulattiera e guadagnando rapidamente quota. Rincontrata la sterrata la si segue a destra arrivando, poco dopo, al sentiero a sinistra per il Col dei Fagher. Chi vuole raggiungere l'Altipiano delle Pale deve imboccare quest'ultimo. Chi prosegue per la cascata continua invece sulla sterrata e, in questo modo si arriva a Pont (1149 m), poche case adagiate nei prati, nei pressi del quale un sentiero scende a destra portandosi sotto al salto principale della Cascata dell’Inferno.

Chi invece ha imboccato il sentiero per il Col dei Fagher sale subito nel bosco, compiendo molte secche svolte e guadagnando rapidamente quota. Passati dalla Casera del Piz (1481 m), che può offrire uno spartano ricovero, si continua con un bel diagonale sotto la Cima dei Balconi e quindi ci si immette nel canalone sottostante il Col dei Fagher. Risalitolo, il sentiero va a tagliare alcuni canaloni per poi raggiungere un altipiano erboso, all’inizio del quale si trascura il sentiero a destra per la Tromba del Miel. Attraversando la solitaria valletta glaciale, appare subito l’erto e lungo Vallone del Miel verso il quale ci si dirige. Infatti va ora risalito il vallone, lungo un ben tracciato sentiero, molto faticoso perché in continua, netta ascesa. Il vallone, un enorme ghiaione per lo più spoglio di vegetazione arborea, porta a superare oltre seicento metri di dislivello e, nel suo tratto terminale, piega a sinistra, sotto il Costone del Miel, per raggiungere l’evidente intaglio della Forcella del Miel (2520 m). La forcella non è ancora in grado di offrire una visione completa della meta dell’escursione, l’Altipiano delle Pale, anche se da qui l’ambiente dolomitico circostante è di prim'ordine. Alla forcella arriva il sent. n.707 che va preso a destra, verso il Rif. Rosetta (non per il Rif. Treviso), compiendo un’eccezionale traversata in quota e quindi entrando definitivamente, intorno ai 2650 metri, nell’Altipiano delle Pale. Qui ci si incammina in un paesaggio lunare incredibile, catturati dalle più alte vette delle Pale di San Martino che cominciano a fare da sfondo all’altipiano. Particolare attenzione va posta nel seguire il sentiero (specie in caso di nebbia) perché i luoghi attraversasti, spesso per chi giunge qua per la prima volta, sembrano tutti uguali. Trascurati due sentieri sulla destra, si continua sempre sul sent. n.707 che ora attraversa la Riviera di Manna, un desolato deserto di roccia e terra lungo il quale appare, a sinistra, il Ghiacciaio della Fradusta. Al termine delle riviera si arriva ad un bivio (2600 m). Si prosegue dritti, verso il Rif. Rosetta, risalendo la parte occidentale dell’altipiano e arrivando sotto al rifugio, che appare in alto. Qui ci si ritrova ad un bivio di sentieri (2530 m). Dritti si raggiunge, in pochi minuti, il rifugio (2581 m). A destra si inizia la discesa verso Col di Prà (freccia indicatrice per Comelle, Antermarucol, ecc…), arrivando subito ad un altro bivio dove si prende a destra il sent. n. 756, una vecchia mulattiera militare. Questa, larga, ben battuta e con muretti di sostegno, scende dolcemente rappresentando un lungo balcone naturale sulle più alte cime delle Pale di San Martino. Attraversate le Buse di Collalto, altro luogo dalle mille suggestioni, la storica mulattiera giunge al Passo Antermarucol (2334 m). Ora si prende a destra il sent. n. 761, una larga mulattiera che, dopo un tratto in piano lungo i fianchi del Marucol, inizia a scendere tra erosi torrioni dolomitici. La discesa, dolce nel primo tratto, si fa più pronunciata poco prima dell’entrata nel Campo Boaro, una valletta di origine glaciale al termine della quale va superato, inevitabilmente, un salto glaciale. Questo viene disceso con alcuni secchi tornanti, parte su erba e parte nel bosco, per poi effettuare un ampio semicerchio e quindi riprendere a scendere con secche svolte. Arrivati al bivio con il sentiero per Gares (1840 m) si continua a destra, verso Col di Prà, con il sent. n. 761 che, nel bosco, scende fino alla Casera della Stua e da qui al Pont della Pita (1300 m). Qui, confluiti sulla sterrata ex militare la si prende a destra tornando a Col di Prà.

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