l'alta via a piedi, a cavallo, in MTB

ALTA VIA MONTI LIGURI tappa 6

DESCRIZIONE DEL PERCORSO

cartagalgano_small.GIF (1909 byte) carta dell'itinerario

Dal Passo Calzavitello si pongono due alternative per raggiungere la Foce dei Tre Confini e poi il Passo della Cappelletta. I più esperti possono seguire interamente l'Alta Via, che presenta però alcuni tratti impegnativi e faticosi. I meno esperti possono invece seguire un tracciato ben più agevole.

PERCORSO PER ESPERTI: In questo caso con i segnavia bianco - rossi dell’AV si lascia la strada asfaltata principale per salire lungo la via secondaria che tocca Case Rocchino e poi prosegue entrando nel grande bosco di castagno che ammanta le pendici del Monte La Pelata. La via, oltre le ultime case, diviene pista sterrata. Questa, aperta per la costruzione dell’acquedotto che rifornisce i sottostanti centri abitati, è oggi utilizzata per le manutenzioni dell’acquedotto stesso e per facilitare le operazioni di taglio del bosco. Più in alto, ormai sotto al Monte La Pelata, la via diviene mulattiera, riprendendo così le sue forme originarie. Quella che si sta percorrendo, infatti, è la storica mulattiera che collegava Adelano ad Albareto passando proprio per il Focetto. Ci si trova ormai al limite del bosco di castagno, visto che questa specie sta per lasciare posto al faggio, da qui in avanti assoluto dominatore. Cambiano quindi le specie arboree ma non cambia mai la pendenza del tracciato, che si mantiene sempre assai faticoso. In effetti dal Passo Calzavitello al Focetto si devono superare circa 600 metri di dislivello percorrendo poco più di 4 km e ciò rende necessario, in alcuni tratti, affrontare pendenze anche superiori al 20%. Per fortuna non si risente mai neanche della più arcigna calura estiva, visto che il percorso si svolge sempre all’ombra di frondosi boschi. Così come le frequenti fonti possono offrire un ulteriore momento di relax. Superata infatti la Sorgente Arenaccia con un ultimo sforzo si raggiunge il Focetto, l’alto valico posto tra il Monte Prato e il Monte Pitone. Da qui parte, sulla destra, il sentiero di raccordo con la GEA (Grande Escursione Appenninica), per il Passo dei Due Santi.

VARIANTE PER IL PASSO DEI DUE SANTI E LA G.E.A.

L’Alta Via, con il suo ramo principale, piega invece a sinistra, sempre su crinale, salendo nel bosco di faggio fino a raggiungere le grandi distese erbose del Monte Prato, dove è facile vedere, oltre al Termine n. 10, cavalli allevati allo stato brado. Inizia ora uno dei tratti più entusiasmanti dell’Alta Via, quello che prevede il raggiungimento del Monte Gottero, massima elevazioni di questo tratto appenninico. Il sentiero, tenendosi costantemente nel bosco, inizia la discesa del Monte Penato arrivando alla sella del Termine Crociato e poi continuando, sempre in discesa, fino ad incontrare il Termine n. 8. Da qui si continua lungo i boscosi fianchi del Monte Teccio al Sole giungendo al punto più basso del crinale, la Borra di Canala. E’ questa un’enorme pietraia che scende dalla soprastante montagna e da cui sgorga una fresca fonte. Ora il percorso inverte la sua pendenza ed inizia la risalita verso il crinale. Questo viene raggiunto nei pressi del Termine n. 2 da dove, in breve, si arriva alla sella più importante di tutta la dorsale, la Foce dei Tre Confini.

Qui il percorso AV praticamente si sdoppia ed un suo ramo passa dalla vetta del Gottero mentre un altro va a percorrere il versante settentrionale della montagna. Noi consigliamo il primo percorso ai più esperti, mentre i meno esperti troveranno più agevole evitare la ripida salita alla montagna. Chi sale sul Gottero deve, a questo punto, tenersi sul crinale, salendo ripidamente prima tra i faggi e poi nelle praterie sommitali che precedono l’arrivo alla vetta del Gottero.

SALITA AL GOTTERO DA SESTA GODANO

Da qui, sempre seguendo il filo di cresta, si scende ad un avvallamento prativo e poi si entra tra i bassi faggi a cespuglio. Quindi, tenendosi sempre sul ben tracciato sentiero, si arriva nella "faggeta dei serpenti", dove si incontrano strani alberi di faggio. Sempre in discesa si tocca il Monte Passo del Lupo ed infine si arriva, a circa 1300 metri di quota, all’incontro con l’altro ramo dell’AV. Si continua dritti, in discesa, sul avsp58small.JPG (6260 byte)largo ma sassoso tracciato che si tiene nelle immediate vicinanze del crinale e giunge sotto al Passo del Lupo. Ora si sale a sinistra per guadagnare il crinale e arrivare al passo. Quindi, su ben tracciato sentiero, si percorrono i versanti orientali del Monte Bertola salendo fino ad un dosso e quindi scendendo verso il visibile Passo della Cappelletta. Lungo la discesa si incontra un grande crocifisso marmoreo che annuncia l’arrivo al passo vero e proprio dove termina la sesta tappa.

PERCORSO PER MENO ESPERTI: i meno esperti dal Passo Calzavitello devono, invece, scendere, lungo la strada principale, ad Adelano e quindi continuare trascurando la via a sinistra per Ornetto e passando davanti alla pittoresca Madonna della Penna. Dopo circa 6 km si arriva alla strada che, a destra, si dirige verso le alte pendici del Monte Gottero (indicazioni per Monte Gottero). Imboccatala si inizia a salire su malandata pista asfaltata che, dopo poche centinaia di metri, diviene completamente sterrata. La tranquilla carrareccia si dipana tra i prati del versante sud orientale della montagna offrendo ampi spunti panoramici sulla Val di Vara. Si superano alcune isolate costruzioni rurali (molte ormai adibite solo a deposito attrezzi o a stalla) e, all’ultima di queste, la via peggiora le sue condizioni. Sempre su terreno aperto si continua a guadagnare quota giungendo ad un crinale secondario dove, a destra, si stacca una stradetta minore. La si trascura piegando decisamente a sinistra ed addentrandosi in un bel bosco misto di faggio ed abete. La malandata pista, ora resa più agevole dalle modeste pendenze, arriva nel punto dove, da destra, sale un’altra stradella sterrata.

VARIANTE PER ADELANO

Trascuratala si continua dritti sulla stradella che va trasformandosi progressivamente in mulattiera. Ciò è dovuto al completo abbandono della via che, un tempo, doveva raggiungere in modo ben più agevole il crinale. Alcuni problemi di percorribilità possono insorgere in un breve tratto quando la pista esce dal bosco divenendo molto panoramica. Qui, infatti, si deve zigzagare tra alcuni grossi massi caduti sul tracciato e che hanno ristretto particolarmente la mulattiera. Al termine di questo si rientra nel bosco, ora di faggio, si effettua una secca curva a destra e si raggiunge il tracciato principale dell’Alta Via. La via, però, non arriva alla Foce dei Tre Confini, che può essere raggiunta percorrendo 200 metri di crinale a sinistra.

Qui, invece di salire sul Gottero, si prende a destra la larga mulattiera che si butta subito nello spettacolare impluvio settentrionale dell’alta montagna spezzina. Durante questo bel tratto si attraversano molti torrentelli che fuoriescono da alcuni laghetti che hanno trovato spazio nei pianori sottostanti il Gottero. Un breve tratto in ascesa porta nei pressi del crinale da cui ci si riallontana per scendere tagliando i versanti del avsp45small.JPG (4469 byte)Monte Passo del Lupo e arrivare infine allo spartiacque principale, dove si incontra, a circa 1300 metri di quota, il tracciato che scende dal Monte Gottero. Si svolta a destra in discesa, sul largo ma sassoso tracciato che si tiene nelle immediate vicinanze del crinale e giunge sotto al Passo del Lupo. Ora si sale a sinistra per guadagnare il crinale e arrivare al passo. Quindi, su ben tracciato sentiero, si percorrono i versanti orientali del Monte Bertola salendo fino ad un dosso e quindi scendendo verso il visibile Passo della Cappelletta. Lungo la discesa si incontra un grande crocifisso marmoreo che annuncia l’arrivo al passo vero e proprio dove termina la sesta tappa.

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