Ritornati sull'Isola della Donzella
si continua verso Scardovari e da qui in avanti si segue sempre la stretta
lingua di asfalto principale, compiendo un ampio giro lungo la Sacca di
Scardovari, altro grande centro di raduno dalla fauna migratoria. Si arriva
così i località Santa Giulia (Gnocchetta) dove un affascinante e
storico ponte di barche, uno dei pochi sopravvissuti, permette di superare il Po di Gnocca
e di raggiungere prima Gorino Veneto e poi Goro veneto, forse il più importante centro
gastronomico della zona. Da Goro si continua sulla strada principale e, di lì a poco, si
svolta a sinistra attraversando la parte settentrionale del Boscone della Mesola.
Arrivati a Bosco Mesola, infatti, è sufficiente andare a sinistra per raggiungere
Gigliola e il punto di ingresso al Boscone (segnalazioni).
La zona del Delta del Po è, senza
dubbio, un territorio profondamente modificato
dalla mano delluomo. Esiste, però, un piccolo angolo di territorio che testimonia
come doveva essere buona parte del paesaggio vegetale del Delta molte centinaia di anni
fa. E la zona del Gran Bosco della Mesola, dove sopravvivono, protetti dal Corpo
Forestale dello Stato, 1058 ettari di foresta naturale risalente a circa 1000 anni fa e
che racchiude al suo interno secolari alberi di leccio, farnia e frassino. La foresta si
originò sulle antiche dune costiere formatesi naturalmente per i continui apporti del Po
(il suolo sottostante il bosco, infatti, è costituito per l80% da sabbia) ed è
esempio del perfetto equilibrio esistente tra ambienti silvestri e palustri. Il Boscone
della Mesola, probabilmente, è giunto fino a noi botanicamente intatto perché, per molti
secoli, fu tenuta di caccia Estense, protetta da un muro di 12 miglia, e al suo interno
non era consentito lo sfruttamento
Sempre da Gigliola è possibile
proseguire verso il Lido Di Volano, arrivando velocemente all'organizzata località
turistica. Ora la strada principale costeggia la Valle Bertuzzi e il Lago delle Nazioni
per poi andare a sfiorare le più importanti località turistiche della zona: il Lido
delle Nazioni e il Lido di Pomposa. Si confluisce infine sulla statale Romea da seguire a
sinistra, passando ora accanto alla grande Valle di Comacchio, famosa per la pesca delle
anguille. La statale continua tranquilla verso Ravenna e, in questo tratto, costeggia un
altro dei più grandi complessi boschivi del Delta, la Pineta di San Vitale. Giunti
allingresso di Ca' Vecchia, ci si può fermare, parcheggiando lauto negli
spazi predisposti, per compiere una lunga passeggiata al fresco della pineta.
A nord di Ravenna si estende una
pianeggiante fascia di territorio che presenta due principali fonti di ricchezza
ambientale: la Pineta di S. Vitale e le Pialasse, grandi zone umide dove nidificano o
sostano migliaia di uccelli. La Pineta di S. Vitale , definita da Sisto V "decoro e
ornamento dellItalia intera", è costituita essenzialmente da pino domestico.
Le Pialasse sono, invece, ciò che resta della grande laguna su cui un tempo sorgeva
Ravenna e sono collegate al mare da tutta una serie di canali. La funzione principale di questo sistema idraulico era quella di prendere e portare via i detriti
che, altrimenti, avrebbe interrato il porto. Camminando lungo la Pialassa della Baiona o
la Pialassa della Risega è facile osservare molte specie di uccelli acquatici.
Ritornati alla statale si può riprendere subito il viaggio sulla Romea in direzione Ravenna oppure, cosa per altro consigliabile, si può attraversare la statale ed entrare nel piccolo spiazzo che rappresenta il punto di accesso all'Oasi WWF di Punta Alberete.