Lasciata la pineta in breve la statale entra in Ravenna, città che non ha bisogno di presentazioni, vista la sua fama internazionale.
Da Ravenna si riprende la statale Romea ora verso Venezia ma, appena fuori dalla città, si imbocca il raccordo autostradale, (statale n.309 dir). Dopo circa 1,5 km lo si lascia per prendere la strada che porta a S. Alberto, attraversando tutta la grande area di bonifica del Fiume Lamone. Arrivati a S. Alberto un barcone consente di superare il Fiume Reno e di portarsi sull'argine delle Valli di Comacchio, nel punto in cui parte un interessante percorso da fare a piedi per visitare questo importante complesso lacustre.
Le Valli di Comacchio rappresentano
il più importante relitto delle grandi zone umide che un tempo caratterizzavano la costa
ferrarese. Anche se gli specchi dacqua ai giorni nostri sono ridotti molto rispetto
agli originari (la superficie allagata delle valli è infatti circo un sesto rispetto a
quella di due secoli fa), le Valli di Comacchio
rimangono un ambiente unico di eccezionale valore naturalistico per la flora e la fauna
acquatica che qui vivono. E chiaro, quindi, che la continua avanzata dei terreni
agricoli, strappati alle acque con le grandi opere di bonifica, ha contribuito in maniera
determinante a distruggere un patrimonio naturale di rilevanza mondiale. La zona umida
rimasta occupa "solo" una superfice di 10.000 ettari divisa in 4 principali
bacini salmastri dove è ancora fiorente la cosiddetta "vallicoltura". Con
questo termine si intende tutta quella serie di ingegnosi accorgimenti predisposti per la
cattura del pesce che stazione nelle valli.
In auto, si prende a sinistra una
larga pista sterrata che, in breve
confluisce sulla strada asfaltata
dell'Argine Agosta. L'argine rappresenta, in pratica, lo sbarramento occidentale delle
Valli di Comacchio ed è seguendo questo che, in breve si raggiunge Comacchio.