Introduzione storica

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cartagalgano_small.GIF (1909 byte) dove si trova Volterra

Chi giunge a Saline, magari sfruttando la linea ferroviaria che prende il via da Cecina, non può fare a meno di volgere lo sguardo sul lontano, dominante centro storico di Volterra. La sua raccolta sagoma si erge tra balze e calanchi e pare quasi impossibile che i convogli ferroviari, che oggi si fermano a Saline, un tempo proseguivano salendo fin lassù, quasi 500 metri più in alto. Pare impossibile perché le pendenze da superare non sono sicuramente quelle tipiche delle linee ferroviarie.

La costruzione di una ferrovia che da Saline salisse a Volterra necessitava di un attento lavoro di progettazione: se nel primo tratto, infatti, si poteva sfruttare la valletta creata dal Borro dei Canonici mantenendosi quasi in piano, giunti ai piedi della collina di Volterra era inevitabile far arrampicare i 

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convogli lungo pendenze

La cittadina di Volterra vista da Saline

superiori al 10%.   Un dislivello che si poteva vincere solo facendo uso di un sistema meccanico che solo da pochi anni era stato applicato ai sistemi ferroviari e che in Toscana era presente solo nel trenino turistico di Vallombrosa: la cremagliera. E’ questa una sorta di terzo binario centrale dentato sul quale fa presa una ruota, dentata anch’essa, posta in posizione centrale sul locomotore.

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Quest’ultimo era progettato in maniera tale che la ruota dentata potesse essere inserita o disinserita tramite un comando azionabile dal macchinista. A questo punto i problemi tecnici sembravano superati e si diede quindi il via  alla realizzazione, nel 1908, dell’opera

Uno storico casello

ferroviaria. Il comune di Volterra

stanziò una prima cifra che però apparve subito troppo modesta. Le spese, infatti, lievitarono enormemente, soprattutto quando, una volta arrivati sotto Volterra, ci si accorse che i binari dovevano compiere una curva troppo secca per giungere al luogo su cui stava nascendo la stazione, curva non percorribile dai convogli ferroviari. Si ricorse, così, ad una costosa variante, un cosiddetto "regresso".

Malgrado le spese e le difficoltà tecniche la ferrovia era terminata nel 1912, e veniva inaugurata il 12 settembre Moltissimi, nei decenni successivi, furono i suoi passeggeri, ma anche le merci trasportate, quali legname, carbone e alabastro. L’unico neo rimase la non elettrificazione della linea, cosa che rendeva particolarmente dispendiosa la sua gestione. L’arrivo del trasporto su gomma, veloce, sicuro e più economico, relegò progressivamente lo sbuffante treno a vapore ad un ruolo di comprimario: i passeggeri diminuirono e così le corse, fino a che, il 21 novembre 1958, la linea venne definitivamente chiusa e smantellata.

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