
Una volta che gli ingegneri arrivarono con la costruzione della ferrovia sotto Volterra, si accorsero che i binari dovevano compiere una curva troppo secca per giungere al luogo su cui stava nascendo la stazione, curva non percorribile dai convogli ferroviari. Si ricorse, così, ad una costosa variante, un cosiddetto "regresso". I convogli non dovevano più raggiungere direttamente la stazione, ma continuare dritti allontanandosi, in pratica, da questa e inserendosi su di un binario tronco. Questultimo, poi, doveva essere percorso in "retromarcia" arrivando così alla stazione. La manovra da compiere, quindi, era del tutto simile a quella che si effettua in automobile per entrare in un parcheggio. Il "regresso", però, richiese un notevole allungamento del tracciato ferroviario che inevitabilmente andava ad ostacolare la strada per Colle Val DElsa. Si rese quindi necessaria la costruzione di un doppio viadotto, uno per il tratto che si allontanava dalla stazione e uno per il tratto da percorrere in retromarcia, cosicché i treni potessero viaggiare al di sopra della strada. Singolare ma molto efficace la disposizione della motrice rispetto al convoglio ferroviario: infatti la locomotiva, della potenza di 325 KW, in salita veniva collocata in coda in modo tale da spingere i vagoni sfruttando al massimo la sua forza. In discesa, invece, precedeva il convoglio, e in questo modo poteva svolgere al meglio la sua funzione frenante nei tratti più ripidi.  |