Le Alpi Orobie, la catena che, con una lunghezza di quasi 60 km, separa le valli bergamasche dalla Valtellina, meritano, senza dubbio, l'appellativo |
di alpi. Le montagne, infatti, si presentano selvagge e solitarie, con vette calcaree che superano i 3000 metri (Pizzo di Coca 3052 m) e numerosissimi laghi. Ma, oltre al paesaggio, è la fauna ad esserer qui grande protagonista. Nei cieli, infatti, volteggia l'aquila reale, che ha trovato su queste impervie montagne |
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I boschi di larice delle valli del Bitto |
luoghi tranquilli dove |
nidificare, mentre sulle rocce salta indisturbato il camoscio, qui presente con una popolazione nutrita. Di recente, poi, è stato reintrodotto lo stambecco. |
Un'area di tale valore naturalistico doveva, inevitabilemente, essere protetta. Purtroppo, però, non è stato creato un unico parco, ma il territorio è stato diviso in due unità a se stanti: il Parco delle Orobie Bergamasche e il Parco delle Orobie Valtellinesi. Il primo si estende per circa 63.000 ettari ed è gestito dalla |
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Provincia di Bergamo e dalle |
Alla testata della Val Brembana |
Comunità Montane bergamasche (per informazioni, tel. 035 243000). Il secondo si estende per 44.000 ettari ed è gestito dagli analoghi enti locali di Sondrio. In tutto, quindi, sono stati posti sotto tutela ambientale oltre 100.000 etttari e ciò ha consentito di creare un'area sufficientemente vasta per gli spostamenti e le esigenze della fauna selvatica. |
Moltissimi sono i sentieri che si sviluppano all'interno dell'area. Tra questi vanno segnalati quelli "storici", come la Strada Priula e le strade militari, e quelli più strettamente naturalistici.
Di grandissimo interesse, per esempio, l'ampio anello che si può |
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compiere, partendo da Carona, alla testata della Val Brembana, per andare a toccare decine di laghi, in parte naturali e in parte artificiali. |