I Canti Orfici |
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Ripercorrendo il difficile sentiero editoriale de "Il più lungo giorno" per arrivare ai "Canti Orfici" |
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<<Sarà a questo punto utile tracciare, benché altrove più volte raccontata, ma se non altro per precisarne alcuni dati cronologici, la vicenda esterna del Più lungo giorno. Campana consegna il suo manoscritto - <<ce que jappelais après canti orfici>>, preparato in breve tempo <<sui miei monti [...] includendo cose già fatte>> - a Papini, che poi lo passa a Soffici, nellautunno inoltrato del 1913; il 30 novembre dello stesso anno viene inaugurata a Firenze la mostra futurista di via Cavour, che Campana frequenta, e a quella data il quaderno è già senzaltro nelle mani dei due animatori di <<Lacerba>> (Soffici). Il recente ritrovamento fra le carte di Papini di ulteriori, sebbene quantitativamente meno rilevanti, autografi campaniani permette inoltre di incrementare leffettiva entità della perdita. I Canti Orfici uscirono comunque, senza che lautore tornasse in possesso delle proprie carte, nel luglio del 14, meno di nove mesi dopo lo smarrimento; e il periodo delleffettiva riscrittura si potrebbe ridurre di una buona metà: un certo lavoro di elaborazione sotterraneo e parallelo certamente continuò, ma agli inizi del 14 Campana probabilmente pensava ancora di poter stampare presso Vallecchi il manoscritto dato a Papini, se ad esso si riferisce, almeno in parte, il testo di una lettera ritrovata a Marradi, forse mai spedita alleditore fiorentino, del 6 gennaio : <<[...] Ci ho tante novelle e poesie da farne un libro e se lei volesse incaricarsi della stampa oserei sperare in un discreto esito [...]>>. Nei primi di febbraio, poi, Campana continuava inutilmente a far richiesta dei propri manoscritti ai due responsabili della perdita; e forse già progettava, nellincludere la possibilità di vederli apparire su <<Lacerba>>, una stampa in proprio: cosa che in effetti si concretizzò soltanto cinque mesi dopo, alla firma del contratto con leditore Ravagli di Marradi, il 7 giugno 1914. ............... Niente di più normale, dato il travaglio della loro genesi, che i Canti Orfici portassero dunque con sé per molti anni il fascino, e sotto altri punti di vista il peso, di unimpresa letteraria di eccezione. Da una parte stava in libro impossibile, frutto, oltre che di spiccate capacità rapsodiche, di un incredibile sforzo di rifacimento da zero e di memoria (<<non avevo che quello>> dirà Campana ancora a Cecchi del suo manoscritto); dallaltra il rammarico per il presunto calo espressivo della nuova stesura, il rimpianto, si è detto, per la perfezione, di necessità non più eguagliata, dellopera perduta (<<forse alcune idiotaggini non cerano nel manoscitto>>). Soltanto nel 71, il ritrovamento di Più lungo giorno tra le carte di Soffici nella sua villa a Poggio a Caiano permise un approccio meno emozionale alla fatica di Campana.>> (tratto dall edizione critica a cura di G. Grillo dei "Canti Orfici" Vallecchi Editore, Firenze 1990) |