l'alta via a piedi, a cavallo, in MTB

ALTA VIA MONTI LIGURI tappa 9

DESCRIZIONE DEL PERCORSO

cartagalgano_small.GIF (1909 byte) carta dell'itinerario

Purtroppo il bellissimo percorso AV di questa tappa è poco adatto al cavallo, visto che i sentieri sono sempre ripidi, stretti e tortuosi.  I cavalieri più esperti, con cavalli ben addestrati a percorsi in montagna, possono però riuscire a percorrere il non facile tracciato. Si fornisce, quindi, la descrizione di una facile variante con cui raggiungere il Passo del Bocco e, anche, la descrizione dell'impegnativo tratto dell'Alta Via.

PERCORSO FACILE Dalla Colla Craiolo si continua sulla strada provinciale  aggirando il Poggio della Marchesina lungo il versante settentrionale e poi risalendo fino alla Colla dei Faggi, toponimo che, da solo, fornisce una sintetica descrizione dell’ambiente circostante. Da qui, con una sinuosa, lenta discesa che segue tutte le rugosità della montagna si arriva al Passo del Bocco.

PERCORSO IMPEGNATIVO LUNGO L'AV. Lasciata la Colla Craiolo si segue a destra la strada asfaltata principale in direzione del Passo del Bocco ma, fatti 100 metri, ci si accorge che i segnavia bianco - rossi avsp74small.JPG (4252 byte)lasciano l’asfalto per andare ad evidenziare una pista sterrata sulla sinistra. La stradella porterebbe alle case rurali immerse nei boschi sottostanti ma l’AV la lascia praticamente subito per salire a destra lungo i versanti del Poggio della Marchesina. Si ritorna così nelle immediate vicinanze della strada provinciale, nei pressi della Sella Cavenuzze, dove ci si ritrova su una larga traccia. Anche questa volta, però, la via va lasciata per salire a destra decisamente, su evidente mulattiera che si getta a capofitto nel bosco. La foresta di faggio rappresenta, infatti, uno dei motivi conduttori di tutto il percorso.

Lungo questo primo tratto di percorso ci si trova, più che su un vero e proprio crinale, su un ripido versante che deve essere risalito completamente prima di giungere a quello che, ora, appare più evidentemente come lo spartiacque principale. La mulattiera si tiene così quasi costantemente sul crinale, aggirando alcuni dossi e zigzagando tra i faggi al alto fusto. In questo tratto la pendenza non è particolarmente accentuata e, per questo, ci si può godere in tutta tranquillità la verde rigogliosità della natura. Un’improvvisa impennata avverte che ci si sta alzando per raggiungere la prima vera antecima del Monte Zatta, il Monteavsp72small.JPG (3793 byte) Prato Pinello. Qui si esce dal bosco e appare, in tutto il suo montuoso splendore, la Val di Vara. Guardando a destra, però, un’altra valle, ben più dirupata e selvaggia, attira l’attenzione. E’ quella del Torrente Reppia che nasce anch’esso dallo Zatta e il cui bacino imbrifero è separato da quello del Vara proprio dalla dorsale Prato Pinello - Chiappozzo. Da qui partono i segnali cerchio rosso che scendono a sinistra evidenziando la prima parte della Variante per le Cinque Terre.

VARIANTE PER LE CINQUE TERRE

avsp78small.JPG (3648 byte)Si prosegue sull’Alta Via che velocemente raggiunge la prima e più alta vetta dello Zatta, quella di Levante. Da qui, con uno spettacolare ed aereo percorso di cresta, si arriva alla Vetta di Ponente dove si deve porre attenzione. Si deve infatti lasciare quello che sembra essere il crinale principale per piegare decisamente a destra e iniziare a scendere lungo la dorsale meridionale del monte. Il sentiero, ripido e tortuoso, si tiene costantemente nel bosco di faggio dove, ora, cominciano a comparire anche rari abeti. Questo tratto particolarmente scosceso termina sul Poggio Buenos Aires, da dove il sentiero non solo attenua la sua pendenza ma si allarga ad ampia mulattiera. In questo modo risulta più agevole e veloce raggiungere la stradella della Fondazione A. Devoto. Su questa si svolta a sinistra, seguendola fino a confluire sulla provinciale del passo del Bosco. La via va seguita a sinistra, raggiungendo velocemente il passo, termine della nona tappa.