L'eremo agostiniano di Santa Lucia fu fondato, in un luogo particolarmente solitario e nascosto, da un certo Banaccorso sul finire del XII secolo. A Bonaccorso, il primo eremita a vivere qui, si unirono poi altri uomini votati alla vita ascetica ai quali si deve la vera e propria costruzione delle prime strutture stabili dell'eremo. Gli eremiti per prima cosa spianarono la zona per poi innalzare le strutture murarie. Già intorno al 1220 la comunità eremitica aveva un priore e riceveva la protezione papale. Ben presto, però, il primo edificio divenne troppo esiguo per la comunità monastica e, su questo, ne venne innalzato un secondo, di maggiori dimensioni, a cominciare dal 1252. A testimonianza di ciò rimane una lapide, conservata nella biblioteca di Siena, in cui si può leggere:
"Hoc opus fecit magister Martinus anni Domini M.CCLII Pax sit Christei. qui beneficit ecclesie istei" |
|
La lapide un tempo presente sull'eremo |
Fu in questo periodo che venne costruita la chiesa dedicata a Santa Lucia e consacrata nel 1267. L'eremo conobbe quindi periodi di grande splendore e, durante la peste del 1348, fu usato anche come ospedale. |
|
Sul finire del XIV secolo iniziò la sua decadenza, tanto che nel 1638 era abitato da due solo monaci. Alla fine del XVIII secolo, con la soppressione delle compagnie religiose, l'eremo divenne proprietà privata ed annesso alla tenuta Spannocchia. Anche se utilizzato come podere l'eremo |
Gli archi un tempo porte d'ingresso all'eremo |
si conservò fino al 1945, anno in cui |
anche la tenuta fu abbandonata. Ne seguì, inevitabilmente, il declino strutturale ed architettonico, fermato solo dalle opere di restauro effettuate nel 1989. La cosa che subito balza agli occhi a chi giunge all'eremo è la struttura del monastero e, in particolare, le strutture murarie del piano terreno, fatte da pietre calcaree ben squadrate, e le pregevoli aperture con archi a sesto acuto, un tempo finemente decorati. |